Molti piccoli investitori che non hanno tempo sufficiente per identificare i migliori investimenti finanziari si affidano ad esperti di settore e ai fidati consulenti per migliorare le proprie possibilità di guadagno.
Ultimamente, il progressivo affermarsi di strumenti di intelligenza artificiale e big data sta aprendo nuove vie per consentire scelte di investimento maggiormente autonome e consapevoli. Questi strumenti sono ampiamente utilizzati su tutte le borse mondiali. Il trading supportato da applicazioni con algoritmi specializzati già include circa il 70% degli scambi effettuati giornalmente sulle borse mondiali.
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L’approccio alle tecnologie Big Data e a tutti gli strumenti che consentono raccolta e analisi di grandi volumi di dati sembrano da sempre a totale appannaggio di grandi aziende. E’ vero che per le grandi imprese il concetto di analytics su big data appare davvero consolidato e molti progetti su settori industriali totalmente diversi sono stati avviati anche in Italia. Per le piccole e medie aziende il discorso pare completamente differente. Il mercato italiano per le PMI è di fatto fermo ad una quota di circa il 15% del valore complessivo in questo settore tecnologico.
E’ noto che numericamente rappresentano il 99% di tutto il patrimonio industriale e questo sottolinea maggiormente quanto poco il settore investa. L’idea ricorrente è ritenere che le potenzialità dei Big Data e degli Analytics possano essere utilizzate solo da grandi compagnie. Uno studio condotto dal Politecnico di Milano ha cercato di misurare la consapevolezza delle PMI sul fenomeno e ne sono emersi interessanti risultati.
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Tutto ciò che può essere oggetto di misura verrà misurato. Se questo è il motto dei nostri tempi e oggi abbiamo la tecnologia per affrontare questa sfida, allora perché non collezionare con continuità tutti i dati di ogni ciclista durante le tappe di un grande giro ciclistico? E’ quello che da qualche anno avviene al Tour de France dove è stata progettata una moderna ed avanzatissima soluzione nell’ambito della raccolta dei dati durante le tappe di questa famosa competizione ciclistica.Anche quest'anno è stata introdotta la tecnologia del machine learning in modo da offrire agli appassionati di ciclismo di tutto il mondo un’esperienza senza precedenti.
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Ci siamo abituati da alcuni mesi a sintonizzarci nel tardo pomeriggio su TV e social per ascoltare il consueto bollettino sul numero dei contagi che negli ultimi giorni è tornato in Italia a salire lentamente. E' raro, se non rarissimo, che venga fatto cenno delle zone e dei raduni nei quali sono stati riscontrati dati significativi sul propagare della pandemia. Nel Regno Unito è da poco entrata in vigore la regola del 6 nel senso che le riunioni sociali con più di 6 soggetti diventano illegali.
Questa regola aiuta significativamente a identificare meglio i ritrovi a rischio e a circoscrivere con maggiore efficacia i contagi nelle famiglie che pare il luogo di convivenza ove avvengono in maggioranza i casi di contatti positivi.
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Per avere un dato veramente oggettivo sul numero di visite effettuate dai navigatori della rete, sarebbe necessario disporre degli archivi di ogni sito web in cui vengono registrate tutte le richieste di apertura della home page da parte degli utenti della rete. Dal momento che questo risulta tecnicamente impraticabile, l'unico metodo a disposizione rimane il classico monitoraggio su un campione statisticamente ampio di navigatori. I dati relativi ai siti più visitati, alle aziende che più investono in pubblicità sulla rete, ai banner più frequentati e in generale all'attività svolta su Internet vengono, quindi, raccolti da società come Nielsen Media Research e Net Ratings. Attualmente vengono regolarmente diffusi i risultati dei rilevamenti su un campione di 55.000 navigatori degli Stati Uniti. Presto questo servizio sarà presente anche in Italia.
Leggi tutto: Top sites - da "Il Sole 24 Ore-Informatica" del 15 dicembre 2000
Il mese scorso uno scienziato australiano, Steven Sherwood, con il proprio team di esperti ha pubblicato un documento fra i più importanti e preoccupanti sul tema del cambiamento climatico. Come noto, l’argomento non è nuovo, ma forse negli ultimi mesi l’opinione pubblica lo ha messo da parte a favore della più scottante questione della pandemia.
Nella pubblicazione si indica una nuova stima dell’aumento delle temperature mondiali nel prossimo secolo che dovrebbe arrivare fino a 4 gradi Celsius in più, variazione questa ben maggiore dei 2 gradi sui quali si era definito un accordo fra le nazioni a Parigi nel 2015. La notizia è estremamente negativa per l’intera sostenibilità delle risorse alimentari del pianeta, ma ha ulteriormente portato attenzione ai metodi con i quali ridurre le emissioni di CO2.
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