La rotatoria avversaria della auto a guida autonoma e intelligenza artificiale

E’ noto che molte aziende automobilistiche mondiali stiano investendo molti milioni di dollari per sviluppare auto a guida autonoma. Lo sviluppo è principalmente concentrato sulla capacità della vettura di comprendere attraverso algoritmi di intelligenza artificiale quali azioni compiere durante lo spostamento della vettura nelle strade presenti sul territorio. La capacità di adattamento degli esseri umani li rende ancora superiori ai dispositivi di guida autonoma, in particolare nella comprensione del concetto astratto di guida in sicurezza e nel saper applicare la propria esperienza anche in luoghi che vengono attraversati in auto per la prima volta.

 Quindi potremmo tranquillamente dire che un guidatore di Mosca, dopo qualche difficoltà o incertezza, sarà in grado di adattarsi alla modalità di guida da tenere in qualche lontana, caotica e popolosa città dell’Africa. Al contrario, gli algoritmi che vengono addestrati negli Stati Uniti fanno decisamente fatica ad adegurasi a nuovi ambienti in cui circolano mezzi di trasporto; per poterlo fare devono poter ricevere nel bagaglio di conoscenza altre informazioni specifiche per compiere al meglio 3 azioni: percepire, prevedere e agire.

Sembra che le grandi città Europee, Londra fra tutte, sia un territorio particolarmente ostico per le auto a guida autonoma. Affinchè sia possibile raggiungere un livello elevato di sicurezza durante la circolazione è necessario arricchire la conoscenza della macchina di diversi elementi. Primo fra tutti è il rafforzamento delle informazioni riguardanti la “scena statica” della città che includono le mappe, le regole stradali, i limiti di velocità e così via. A questa si aggiungono dati riguardanti la “scena dinamica”, cioè i tipi di veicoli che si possono incontrare (un pick-up in Texas non assomiglia a un taxi), gli utenti della strada vulnerabili (pedoni, ciclisti, monopattini) e spesso inesperti e imprevedibili.

La struttura di una città europea, spesso urbanisticamente raccolta intorno ad una cattedrale con molte piccole vie intrecciate fra di loro e arricchite recentemente di rotatorie, necessita di una percezione ancora maggiore nel comportamento previsionale di un’auto a guida autonoma. A differenza delle chiare intersezioni a 90 gradi, le rotatorie possono avere molteplici vie di uscita con angoli irregolari e con le altre auto che accelerano, rallentano e tagliano le corsie.

Se Londra, Parigi, Berlino, Milano sono fra le città più difficili per testare le auto senza conducente, nonostante vi siano rigide regole sul traffico, immaginiamo il livello ancora maggiore di caos per molte megalopoli asiatiche. Un altro parametro interessante da considerare è il clima particolarmente variegato nell’intero continente europeo. Mentre in Arizona non piove mai, a Londra si convive con la pioggia e più al nord, in inverno, si trova costantemente neve o ghiaccio. Questo significa una previsione di comportamento e una azione della vettura molto differente da paese a paese. Tra l’altro nebbia, pioggia o neve possono confondere i sensori di un veicolo con la conseguente errata valutazione della situazione contingente.

E’ opinione abbastanza diffusa che la piena autonomia di un veicolo dotato di intelligenza artificiale sia piuttosto lontana, si parla almeno del 2030. Forse, nel frattempo, le auto completamente autonome potrebbero circolare in isole circoscritte intorno alle città, segnalate ed autorizzate a questa modalità di spostamento, che progressivamente potranno ingrandirsi e fondersi per coprire spazi sempre più grandi.

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